… a volte il mio lavoro non è solo l’introduzione alla vita ma a volte e’ anche solo accompagnare … in un percorso che non è di vita ma è di amore … anche se credo e sono profondamente persuasa che c’è altro dopo la morte e noi abbiamo il privilegio anche di aiutare a compiere questo viaggio … un viaggio che sembra di dolore e di morte ma io sono sicura che alla fine di questi viaggi c’è sempre e solo luce … basta avere fede e aprire gli occhi per guardare e aprire il cuore per vedere …
«Ringrazio i medici così vicini al mio dolore»
Il commovente racconto della mamma che ha perso il bambino dopo 17 settimane di gestazione
CAMAIORE Diciassette settimane di vita, poi il feto muore: il dolore dei genitori e l’amore di un medico. Una coppia di Camaiore perde purtroppo il figlio dopo qualche mese di gestazione: la mamma scrive una lettera commovente alla dottoressa che l’ha assistita con immensa umanità. Una storia triste, che vede protagonista una madre alla sua seconda gravidanza, una mamma che soffre perché ha vissuto settimane con una nuova vita dentro di se’ e che, trascorso il termine medico che consente la pratica di svuotamento uterino, ha dovuto partorire con le doglie. Consapevole in quel momento, di dare alla luce un bimbo, Gabriele, senza vita, a cui si era da subito affezionata, legata e che amava. La coppia ha già una bella bambina, ma a volte, poi nel corso degli anni, accadono altri eventi imprevedibili e sfortunati. “ Non ci sono parole per esprimere tutta la nostra gratitudine – scrive la mamma – quella di una mamma e di un papà’ che hanno perso il loro figlio dopo 17 settimane di gestazione. Gratitudine verso tutto il personale medico di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Versilia, che ci ha sostenuto nel momento più doloroso della nostra vita, alleviando un po’ la sofferenza”. E da qui descrive teneramente l’accaduto: ringrazia tutto lo staff che, nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorso, era presente quando le e’ stato indotto il parto del piccolo Gabriele, solo 250 chilogrammi. Le ostetriche l’hanno avvolto nella copertina azzurra e riposto nella cassettina di legno: attimi di immenso dolore ed amore. “ Non era un feto, era nostro figlio – racconta la madre – ma soprattutto voglio ringraziare la dottoressa Daniela Vitolo, mia ginecologa da circa dieci anni: la migliore persona in assoluto”. Fa piacere comunicare al mondo che esistono medici di cuore. “Lei mi ha accompagnato nel percorso sempre – prosegue – verso il Golgota, con un amore davvero indescrivibile, senza abbandonarmi un attimo. La sua bellezza d’animo, l’umanità, hanno reso il mio carico più leggero”. Non è facile per una donna sapere di dover partorire un figlio il cui cuoricino non batte più. “Questa brutta vicenda ci ha fatto conoscere meglio la nostra Daniela, un angelo con cui ho condiviso il momento del parto. L’amore vince su tutto”. In fondo è proprio così. Isabella Piaceri